Situato nel comune di Serra-di-Ferro e di proprietà della Collectivité de Corse, lo stagno di Tanchiccia è la zona umida più emblematica della regione. In un contesto eccezionale, Tanchiccia ospita un’importante diversità di piante, animali e paesaggi…
Uno stagno minacciato
L’equilibrio dello stagno di Tanchiccia è strettamente legato al funzionamento naturale del fiume Taravo. Già da trent’anni è stato annunciato il progetto di una grande diga su questo corso d’acqua. Se dovesse vedere la luce, avrebbe sicuramente un effetto distruttivo irreparabile sullo stagno di Tanchiccia, ma anche sulla vita degli abitanti, sulle attività agricole e turistiche della Valle.
Un microcosmo unico
Lo stagno di Tanchiccia è un ambiente naturale ricco e diversificato. Per permettere di scoprire la biodiversità di questo sito eccezionale preservando la tranquillità del luogo, sono state create strutture specifiche.
Nel 2016 sono stati realizzati sentieri, osservatori, una torre panoramica e un’area di sosta.
Funzionamento di Tanchiccia
Alimentato dalle piene autunnali e invernali del Taravo, lo stagno di Tanchiccia raggiunge il suo massimo splendore all’inizio dell’inverno. Si svuota poi gradualmente in primavera per essere quasi completamente asciutto alla fine dell’estate. Questo ciclo naturale di riempimento e svuotamento contribuisce a purificare le acque della pianura alluvionale, mentre le fluttuazioni stagionali contribuiscono all’evoluzione regolare dei paesaggi e dei colori dello stagno, nonché delle popolazioni vegetali e animali associate.
Il canneto di Tanchiccia
La maggior parte dello stagno di Tanchiccia è coperta da una matrice di canne (phragmites) e code di gatto (typhas) chiamata canneto. Il canneto di Tanchiccia copre circa 18 ettari, cioè quasi tre quarti della superficie dello stagno. È il più grande canneto della Corsica meridionale! Punteggiato da raccolte d’acqua, stagni e vecchi canali di drenaggio, è un luogo tranquillo e attraente per un’ampia varietà di specie animali, soprattutto uccelli.
Storia di Tanchiccia
Nel corso dei tempi geologici, la pianura alluvionale del Taravo si è evoluta regolarmente. Alla fine dell’era terziaria, il Mediterraneo copriva la pianura inferiore del fiume. Gradualmente, il mare si ritirò e lasciò una depressione il cui fondo rimase argilloso.
Successivamente, la costruzione di una strada nel XIX secolo (l’attuale Porto-
Pollo) ha arginato lo stagno. Particolarmente dipendente dal fiume, lo stagno si riempie in base alle piene annuali del Taravo.
Geologia del sito
Il substrato su cui poggia la quasi totalità dello stagno di Tanchiccia è composto da rocce magmatiche vicine al granito, le granodioriti. In molti punti del sito, questi formano grandi blocchi scavati dall’erosione chiamati tafoni, dalla parola corsa tafonu (pronunciato tavonou) che significa “buco”.
Un’originalità corsa
Già in epoca preistorica, i tafoni venivano costruiti per creare alloggi, sepolture, recinti per il bestiame… Nel XIX secolo, alcuni tafoni venivano chiusi da un muro con una porta e venivano quindi utilizzati come ovili o abitazioni temporanee: queste strutture erano chiamate Orii (singolare di Oriu). Sebbene non ne sia stato registrato nessuno al livello dello stagno di Tanchiccia, molti Orii si nascondono nella macchia corsa.
4 regole d’oro per un’osservazione efficace!
- Siate il più discreti possibile
- Non abbandonare i sentieri
- Non eseguire
- Siate pazienti